Uno degli incontri più attesi e divertenti offerti dal Salone dell’Innovazione e della Musica di Bari, è quello che ha visto protagonisti Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzé. I tre amici stanno vivendo una seconda giovinezza, personale e artistica, grazie al progetto che li ha fatti rincontrare dopo oltre venti anni di amicizia. Un anno intenso e di ricerca, trascorso insieme per intraprendere un viaggio speciale e partorire un album di inediti. Un disco, “Il Padrone della Festa” che ha scalato le classifiche di vendita e che li ha portati a esibirsi in giro per l’Europa e, a breve, nei palazzetti italiani.
“Stiamo stranamente bene – confessa Silvestri - Non abbiamo ancora litigato! Sono arrivate sorprese e conferme non richieste. Il giretto in Europa, dieci nazioni in quindici giorni, a bordo di un furgone, ci ha fatto tornare ragazzini. Più che un gruppo serio, sembriamo il trio Solenghi-Marchesini-Lopez”. “Già partire era un successo per noi – aggiunge Gazzé – Ci siamo detti: dedichiamo un anno a questo percorso. Proviamo a vedere cosa ne esce. Ci ha impegnato tanto ma è stato stupendo. Un progredire di eventi che ha portato un successo di pubblico inaspettato”. E Fabi confessa: “Non è mai stata fatta una cosa simile in passato. Tre solisti che si uniscono. Di solito accade il contrario. Ci siamo ritrovati casualmente e poi abbiamo pensato di architettare qualcosa che mettesse in dubbio le certezze che abbiamo da 20 anni. Siamo tre cantautori, e tutti sappiamo che il cantautore è quello che si isola di più. Ma ognuno di noi sentiva la necessità di specchiarsi negli altri, di entrare nella scrittura e nella composizione dell’altro”. Un’alchimia incredibile e forse inaspettata ha fatto scoccare la scintilla dell’ispirazione, fino alla nascita del disco di inediti: “Lavorare insieme ci ha permesso di capirci meglio come individui – continua Daniele - E’ stata una sorta di autoanalisi. Una scelta di crescita vera, che ha portato a svelare segreti che ci appartenevano da sempre”.
Ma come sono nati i brani de “Il Padrone della Festa”? “Abbiamo scelto con consapevolezza quale tipo di linguaggio usare e quali concetti approfondire – svela Max – Siamo tre mondi diversi a confronto, comunichiamo qualcosa che va oltre la leggerezza e che sfiora la poesia. Leggerezza che dà profondità”. “Quando ci avviciniamo troppo alla lacrima, ecco che con un battito d’ali scappiamo. Non per paura, sia chiaro” - spiega Niccolò – Siamo semplicemente sinceri con noi stessi, un’anima fatta di tre persone, tre diversi colori che si combinano in maniera naturale”. “Io dico che, al di là delle scelte ponderate, dell’alchimia, dell’architettura e della poesia di testi e musica, ci sia anche un po’ di culo!”, ironizza Silvestri.
L’album del super trio Fabi Silvestri Gazzé è stato definito “un disco profondamente politico” (Ernesto Assante), aggettivo che trova d’accordo gli stessi autori: “Il messaggio è che, soprattutto in un momento storico come quello in cui stiamo vivendo, è fondamentale credere nella forza del collettivo. L’Italia non è il paese del gruppo. Siamo un popolo di solitari. L’album parla, inoltre, del nostro pianeta e del bisogno di agire, di fare qualcosa anche se ci si sente piccoli e insignificanti”, precisano i tre. “In effetti mi sono sentito più libero lavorando in gruppo piuttosto che da solo – rivela Fabi – Solo insieme ad altri puoi liberarti da te stesso e dalle tue paranoie”. E dell’incontro, avvenuto dopo due decenni di percorsi e gradi di maturazione diversi, dicono che “è stato un viaggio umano per spogliarci del ruolo di padre, marito, professionista. Un viaggio che ha dato le risposte che cercavamo da tempo”.
Parlando al pubblico attento del Medimex, Fabi, Silvestri e Gazzè non mancano di divertire e di fare battute sull’età che avanza, sulle rispettive carriere e sul prossimo tour che animerà, da nord a sud, l’Italia. “Questo progetto andava fatto adesso oppure mai più” – dichiara Max. “Fa strano sapere che suoneremo al Forum di Assago – gli fa eco Niccolò – Proprio noi, che non siamo mai stati molto presenti sui media. E’ stato rischioso fare questo passo, anche perché veniamo da un’esperienza musicale non propriamente popolare”. Palasport che tra qualche giorno saranno addobbati a festa, come promettono i tre cantanti: “Stiamo preparando tante belle scelte scenografiche per i live. Anche coreografie alla One Direction – rivelano scherzando – Battute a parte, il palazzetto diventerà un grande teatro trasformato in base alla singola canzone e al messaggio lanciato. La nostra scommessa è riuscire a dare potenza e forza narrativa allo spettacolo. Anche visivamente, ci sarà qualcosa che ha a che fare con i nostri vizi e le nostre origini”.